Il tema dell’idrogeno è considerato dal PNRR un elemento chiave per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione indicato dall’UE, soprattutto in alcuni settori. L’Unione Europea ha dichiarato che nella strategia di decarbonizzazione si prevede un’importante crescita dell’idrogeno verde nel mix energetico fino al 13-14% entro il 2050.

L’impegno dell’Italia sul fronte idrogeno verde

 
L’Italia, in linea con questi obiettivi, si è impegnata a promuovere la produzione e l’utilizzo di idrogeno attraverso i seguenti interventi, riportati nel PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza:
 
  • sviluppare progetti flagship per l’utilizzo di idrogeno nei settori industriali hard-to-abate, a partire dalla siderurgia;
     
  • favorire la creazione di “hydrogen valleys, facendo leva in particolare su aree con siti industriali dismessi;
     
  • abilitare, tramite stazioni di ricarica, l’utilizzo dell’idrogeno nel trasporto pesante e in selezionate tratte ferroviarie non elettrificabili;
     
  • supportare la ricerca e sviluppo e completare tutte le riforme e regolamenti necessari a consentire l’utilizzo, il trasporto e la distribuzione di idrogeno.
 
Il PNRR approfondisce nel dettaglio ciascun punto soprariportato, illustrando come l’idrogeno può essere implementato in queste aree di azione.
 
 
 

L’idrogeno nei settori hard-to-abate

I settori hard-to-abate sono settori ad “alta intensità energetica e privi di opzioni di elettrificazione scalabili”, dove risulta quindi molto complicato raggiungere una transizione all’elettrico.
Si vede questa difficoltà, ad esempio, nell’industria dei prodotti chimici, dell’acciaio o della raffinazione del petrolio, ma anche nel settore del cemento, della navigazione commerciale o nel trasporto pesante.
 
In tutti questi casi, il passaggio all’idrogeno verde (derivante da elettrolisi dall’acqua con energia da fonti rinnovabili), che si differenzia da quello blu (prodotto dal gas naturale con cattura e stoccaggio della CO2), va ad assumere un ruolo rilevante come possibile soluzione per la diminuzione delle emissioni di CO2.
 

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L’idrogeno nelle aree dismesse

L’obiettivo è quello di creare delle vere e proprie “hydrogen valleys, in cui installare “elettrolizzatori per la produzione di idrogeno mediante sovra-generazione FER o produzione FER dedicata nell'area”.

 
Per la realizzazione di queste aree, si prevede di utilizzare spazi industriali dismessi già collegati alla rete elettrica allo scopo di contenere i costi e al tempo stesso dare una seconda vita ai luoghi in disuso.

 

L’idrogeno nei trasporti

Anche per il trasporto stradale degli autocarri a lungo raggio - che da solo causa circa il 5-10% per cento delle emissioni di CO2 complessive nel settore dei trasporti – il Piano prevede l’utilizzo dell’idrogeno.

Lo scopo è quello di “promuovere la creazione di stazioni di rifornimento a base di idrogeno - da installare principalmente lungo i corridoi più frequentati dai camion a lunga percorrenza - e implementare i progetti di sperimentazione delle linee a idrogeno”.
Per raggiungere tale obiettivo, sono necessari un adeguamento tecnologico e un ampliamento degli investimenti nelle infrastrutture.
 
Un altro settore in cui si prevede di utilizzare l'idrogeno è quello ferroviario, cogliendo l’occasione anche per svecchiare il trasporto su rotaia: “in Italia circa un decimo delle reti ferroviarie è servito dai treni diesel, e in alcune regioni italiane i treni diesel hanno un'età media elevata e dovrebbero essere sostituiti nei prossimi anni, rendendo questo il momento giusto per passare all'idrogeno, in particolare dove l'elettrificazione dei treni non è tecnicamente fattibile o non competitiva”.
 
 

Ricerca e Sviluppo

“L’obiettivo del progetto – dice il testo – è di sviluppare un vero network sull’idrogeno per testare diverse tecnologie e strategie operative, nonché fornire servizi di ricerca e sviluppo e ingegneria per gli attori industriali che necessitano di una convalida su larga scala dei loro prodotti”.
Lo scopo è quello di “migliorare la conoscenza delle tecnologie legate all’idrogeno in tutte le fasi”.
 
Nello specifico, il PNRR prevede che gli investimenti debbano essere mirati allo sviluppo dei seguenti filoni di ricerca:
 
  • produzione di idrogeno verde;
     
  • sviluppo di tecnologie per stoccaggio e trasporto idrogeno e per trasformazione in altri derivati e combustibili verdi;
     
  • sviluppo di celle a combustibile;
     
  • miglioramento della resilienza delle attuali infrastrutture in caso di maggiore diffusione dell’idrogeno.
 
Sembra dunque che l’idrogeno verde andrà a ricoprire un ruolo chiave per contribuire alla transizione energetica e raggiungere la decarbonizzazione in tutti i settori, in particolare laddove l’elettrificazione non è realizzabile.