Quali sono i motivi alla base dei considerevoli aumenti delle bollette di luce e gas nel 2022, che hanno fatto saltare i conti di famiglie e imprese? Ecco quello che c’è da sapere sul caro-bollette degli ultimi mesi.

Da inizio 2022 abbiamo assistito ad una vera e propria impennata del costo delle bollette di luce e gas. Un caro-bollette senza precedenti che ha comportato un impatto non trascurabile sul proprio budget mensile, sia per le abitazioni private che per le aziende.

ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente) sottolinea che  per le abitazioni private, nel primo trimestre 2022, si è registrato un aumento del 94% sulle utenze del gas e un aumento del 131% sulle utenze della luce rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

“Fra gennaio e dicembre – specifica ARERA - i prezzi medi mensili dei mercati all'ingrosso hanno visto un aumento di quasi il 500% per quanto riguarda il gas naturale e del 400% circa per l'energia elettrica, un rincaro che si è riversato sui prezzi di vendita nel nostro Paese a partire dal secondo semestre 2021".

Il vicepresidente dell’Unione Europea Frans Timmermans sottolinea che, se fosse stato realizzato il Green Deal cinque anni fa – quindi puntando e investendo innanzitutto sulle rinnovabili e sulla decarbonizzazione dell’economia – oggi non saremmo in questa situazione di crisi energetica mondiale.

Scatenata da una serie di fattori diversi e interconnessi fra di loro, la crisi dell’energia ha portato a un incremento esponenziale dei prezzi energetici all’ingrosso. È aumentata notevolmente, infatti, sia la materia prima luce che quella gas, riflettendosi dunque sul costo delle bollette. Vediamo insieme nei paragrafi successivi quali sono stati questi fattori e quali soluzioni si pensa di attuare nei prossimi mesi.

 

 

Luce, gas e rincari: perché sono aumentate le bollette?

Una domanda che negli ultimi mesi si sono posti tutti è come mai le bollette sono aumentate così tanto e in così poco tempo.

La crisi energetica è il risultato di una serie di cause collegate fra loro, e non sempre di facile comprensione.

 

La ripresa economica post-pandemia

Dopo le prime ondate e lo stand-by causato dalla pandemia, si è registrato una ripresa dell’economia, che ha comportato un aumento delle richieste di fornitura di gas naturale. La tipologia dei contratti in essere sulle forniture energetiche dei vari paesi, ha condizionato il modo in cui questi si sono trovati ad affrontare la questione energetica.

Ad esempio, c’è una grande differenza tra Asia ed Europa, perché mentre la prima si basa su contratti a lungo termine e una disponibilità economica superiore, la seconda negli ultimi anni si è regolata principalmente su contratti “spot”, cioè su acquisti non a lungo termine, i quali sottostavano al prezzo di mercato che con l’aumento mondiale della domanda di energia è schizzato alle stelle.

 

Le scorte invernali di gas naturale

Nel frattempo, le scorte di gas naturale sono diminuite drasticamente di oltre il 20% rispetto alle medie degli anni passati, comportando un aumento dei costi.

 

Riduzione delle forniture di gas naturale

Contestualmente a questa richiesta che aumentava, c’è stata una riduzione delle forniture di gas naturale da parte della Russia (forse legata a ragioni tecniche, ma più probabilmente per questioni derivanti dalla questione relativa al gasdotto Nord Stream 2, che vediamo nel paragrafo successivo).

 

Il gasdotto Nord Stream 2

Fra le ragioni dell’aumento dei prezzi dell’energia, c’è quella che a inizio anno vedeva Russia e Unione Europea in conflitto per interessi ed equilibri di potere in merito alle esportazioni energetiche. In particolare, il focus della questione riguardava il gasdotto Nord Stream 2, che univa la Russia alla Germania e che era bloccato a causa del fatto che quest’ultima e l’Unione Europea non avessero erogato le licenze per l'utilizzo.

Il gasdotto, completato a settembre 2021, stava seguendo l’iter di approvazione che a novembre 2021 è stato però sospeso, perché in attesa del processo di revisione da parte dell'autorità di regolamentazione tedesca. Tale gasdotto – che di fatto è il gasdotto offshore più lungo del mondo - era di importanza strategica per la Russia, in quanto avrebbe permesso di importare 55 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno dalla Russia all’Europa.

In questo scenario si andavano a inserire anche gli Stati Uniti, che avendo nel frattempo “scoperto” lo shale oil&gas sono entrati in concorrenza con la Russia, in quanto l’obiettivo era diventato quello di trasformarsi in esportatori di energia, quando fino a pochi anni fa erano invece grandi importatori.

A questa situazione complessa si è poi aggiunta, non a caso, la guerra in Ucraina, che ha aggravato una situazione già di per sé piuttosto critica.

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Il costo del gas e l’effetto domino su quello dell’energia elettrica

L’aumento del costo del gas naturale ha creato un effetto domino nei mercati, che si è andato poi a riflettere anche su quello dell’energia elettrica.

Le misure in arrivo per contrastare i rincari energetici: DL Aiuti ed Energia

Appena pochi giorni fa, il Consiglio dei Ministri ha approvato il DL Aiuti ed Energia, con l’obiettivo di dare una direzione di interventi in un clima di grande incertezza e contrastare l’accelerazione dei rincari energetici, così da difendere il potere di acquisto delle famiglie e la capacità produttiva delle imprese.

Il testo, in particolare, include misure per:

- le famiglie con i redditi più bassi;

- le imprese energivore;

- definire soluzioni per l’indipendenza dal gas russo.

Inoltre, è stata approvata la proroga del taglio delle accise sui carburanti e si predispone un intervento similare per ridurre anche il prezzo del metano.

Nel decreto sono previsti dunque interventi per contrastare i rincari delle bollette, del carburante e la crisi energetica in generale.

Come affermato da Draghi, il provvedimento comprende molte aree d’intervento fra cui liberalizzazioni e riforme nel settore delle energie rinnovabili, allo scopo di accelerare la transizione ecologica (nonostante ci sia stata anche la questione comprensibilmente molto discussa e criticata legate al momentaneo potenziamento delle centrali a carbone italiane) e di fare uno scatto di investimenti nelle rinnovabili, le quali contribuiranno a rendere il nostro Paese più indipendente dal gas russo.

Nello specifico, di seguito vediamo alcuni degli interventi introdotti dal testo per far fronte alla situazione attuale riguardante l’accelerazione dei rincari energetici.

 

Bonus sociale energia elettrica e gas

Il Bonus era già stato adottato per il secondo trimestre 2022 e ora è esteso al terzo trimestre 2022. Sarà attuato dall'ARERA (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) e, in aggiunta, l’agevolazione diventa retroattiva al primo trimestre 2022 per chi non ha fatto in tempo a presentare l’Isee.

 

Aumento del credito d’imposta

Per supportare le imprese energivore il testo prevede l’aumento del credito di imposta per l’energia elettrica e gas.
Vediamo nel dettaglio quali sono gli aumenti dei crediti d’imposta destinati alle imprese per energia elettrica e gas:

  • alle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale per l’acquisto di gas naturale, il credito d’imposta per il secondo trimestre 2022 va dal 20 al 25%;

  • alle imprese a forte consumo di gas naturale, per il secondo trimestre 2022 è previsto un aumento del credito d’imposta dal 20 al 25%;

  • alle imprese diverse da quelle a forte consumo di energia elettrica che hanno contatori di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, il credito d’imposta va dal 12 al 15%;

  •  alle imprese a forte consumo di gas naturale, per il primo trimestre 2022, il credito d’imposta riconosciuto è del 10%.

 

Potenziamento Energie Rinnovabili

Tra le misure introdotte, c’è quella di potenziare e velocizzare la transizione verso le energie pulite e rinnovabili attraverso una serie di misure, fra cui:

  • una semplificazione dei procedimenti, soprattutto quelli riguardanti le autorizzazioni delle realizzazioni degli impianti alimentati da fonti rinnovabili;

  • l’introduzione di misure per aumentare la produzione di energia rinnovabile per il settore agricolo;

  • semplificare le autorizzazioni per rinnovare le linee elettriche esistenti che attualmente producono sprechi di energia a causa delle dispersioni nella rete stessa.

 

Rigassificazione nazionale

Sono previste opere per aumentare la capacità di rigassificazione nazionale, considerate interventi di pubblica utilità, improrogabili e urgenti, allo scopo di aumentare la sicurezza energetica del nostro Paese e diventare indipendenti dal gas russo, anche differenziando le fonti di approvvigionamento del gas naturale.

Per realizzare questi interventi saranno nominati uno o più Commissari straordinari di governo.

 

Aumento della produzione del biogas

Le aziende agricole potranno aumentare, in impianti già attivi, la produzione di energia elettrica derivante da biogas, attraverso una produzione aggiuntiva ulteriore rispetto la potenza nominale di impianto e grazie a una semplificazione nelle procedure. Un utilizzo ulteriore di capacità, nei limiti del 20% dei parametri attuali, “non è subordinato all’acquisizione di permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso comunque denominati”. Questo secondo le proiezioni aumenterebbe nell’immediato la produzione elettrica da biogas di 600 milioni di metri cubi.

 

Superbonus 110%

Prorogato, dal 30 giugno al 30 settembre 2022, il termine per effettuare il 30% dei lavori del Superbonus 110% per le villette unifamiliari.

 

Le rinnovabili, la vera soluzione per uscire dalla crisi?

Effettuare investimenti e interventi importanti di potenziamento delle energie rinnovabili permetterebbe di rendere l’Italia maggiormente autonoma dal punto di vista energetico. Purtroppo, dopo un momento di incremento iniziale, in Italia le rinnovabili sono state rallentate.

Per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione e di riduzione delle emissioni di gas serra attraverso la quota prodotta dalle fonti rinnovabili, si sarebbe dovuto spingere, già da anni, sull’installazione di 6-7 GW all’anno (come nel biennio 2011-2012), con un serio, e possibile, piano di sviluppo dedicato alle fonti rinnovabili. Purtroppo, si è invece andati a rilento puntando ancora sulle fonti fossili.

Mentre gli scienziati avvisano ormai da tempo che buona parte delle fonti fossili conosciute andrebbero lasciate dove sono, quindi non estratte, per evitare un punto di non ritorno, ci sono aziende che ancora fanno della loro attività principale la ricerca di nuovi giacimenti di petrolio e gas.

Come dice Timmermans, si sarebbe già dovuto iniziare a lavorare sul Green Deal anni fa per evitare la crisi energetica attuale.

È evidente che ora è il momento di intraprendere azioni realmente concrete per far sì che le energie rinnovabili diventino la base su cui costruire un futuro vivibile.