L'ultimo rapporto pubblicato dalla International Renewables Energy Agency assieme alla Presidenza della COP 28, lancia un chiaro monito: per mantenere l’obiettivo di 1,5°C a portata di mano è necessario triplicare la capacità energetica rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica entro la fine di questo decennio

Perchè è necessario triplicare le energie rinnovabili entro il 2030

 

Per mettere il mondo sulla strada giusta verso gli obiettivi climatici 2050 è necessario agire subito. Come? Accelerando gli sforzi per triplicare le energie rinnovabili e duplicare l'efficienza energetica già entro la fine del 2030. A scandire il ritmo di questa accelerazione è la relazione redatta dalla International Renewables Energy Agency  assieme alla Presidenza della COP28 e dalla Global Renewables Alliance in occasione dell'ultimo vertice climatico mondiale dell’ONU.

Il documento parte da semplice constatazione: nonostante i progressi compiuti fino ad oggi, l’attuale implementazione delle tecnologie di transizione energetica non è sufficiente in termini di velocità e portata per raggiungere i target dell’Accordo di Parigi.  Gli autori ricordano anche quanto già affermato dal Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) nell’ultimo rapporto di valutazione (AR6), ossia che per riuscire a limitare l’aumento della temperatura superficiale globale a 1,5°C rispetto a quella preindustriale, entro la fine di questo secolo, è necessario agire oggi. Per la precisione è fondamentale ridurre le emissioni globali nette di anidride carbonica di origine antropica di quasi il 50% rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030.

Lo studio di IRENA

La relazione “Tripling renewable power and doubling energy efficiency by 2030: Crucial steps towards 1.5°C” mostra la strada da percorrere per non mancare la meta. Affidandosi allo scenario 1.5°C elaborato dalla stessa IRENA nel suo ultimo World Energy Transitions Outlook il documento spiega che entro la fine di questo decennio il mondo dovrebbe triplicare le energie rinnovabili. Per la precisione la capacità totale installata a livello mondiale dovrebbe passare dai 3.382 GW del 2022 ad 11.174 GW. Con sforzi commisurati alla maturità tecnologica e alla convenienza economica. Per la capacità fotovoltaica è prevista una crescita oltre i 5.400 GW dai 1.055 GW raggiunti 2022, mentre le installazioni eoliche dovrebbero superare i 3.500 GW installati - 3.040 GW a terra e 500 GW in mare -, rispetto a 899 GW del 2022.

Questi sforzi porterebbero la quota di energia rinnovabile non programmabile, nella produzione elettrica, ad un 46% entro il 2030, richiedendo ulteriore flessibilità nel funzionamento del sistema energetico. Quest significherà, sottolineano gli autori “adottare nuove strategie e meccanismi operativi, accelerando l’incremento degli schemi di risposta intelligente alla domanda e implementando tecnologie come i pompaggi idroelettrici, l’accumulo energetico e il sector coupling”.

Un ruolo cruciale è stato assegnato all’idrogeno verde, vettore energetico in grado di bilanciare la domanda elettrica con l’offerta di energia rinnovabile non programmabile e in grado di fornire anche una soluzione per lo stoccaggio stagionale dell’energia.

Energia ed efficienza 

Tuttavia triplicare le energie rinnovabili 2030 non rappresenta l’unica azione da mettere in campo. La transizione dovrebbe anche mirare a ridurre l’intensità energetica in tutta l’economia attraverso una serie di tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico, integrate da cambiamenti strutturali e comportamentali. L’efficienza energetica nello scenario 1,5°C dell’IRENA è in gran parte il risultato di una combinazione di tecnologie efficienti nei settori di utilizzo finale e di un’ampia elettrificazione dei consumi. Nel dettaglio l’impiego del vettore elettrico nel consumo totale di energia finale dovrebbe passare dalla quota del 22% che ha caratterizzato il 2022, ad una del 29% entro la fine di questo decennio.

 “I miglioramenti tecnici dell’efficienza energetica  - scrivono gli autori - rappresentati da pompe di calore, elettrodomestici più efficienti e veicoli elettrici – insieme a strategie di elettrificazione flessibili e intelligenti e alla diffusione dell’energia decentralizzata – sono di enorme importanza nella decarbonizzazione di settori di utilizzo finale come l’edilizia e i trasporti”. Per allineare il Pianeta allo scenario 1,5°C, il tasso annuale di miglioramento dell’intensità energetica dovrebbe raddoppiare a livello mondiale entro il 2030.

Il documento riporta anche alcune raccomandazioni di carattere generale per accompagnare la crescita, sottolineando l’esigenza di misure che vadano oltre la normativa e l’incentivazione. Ad esempio, sarà necessario che meccanismi di approvvigionamento siano progettati in modo da rafforzare le catene del valore e che le politiche industriali virino verso la realizzazione di supply chain resilienti. Dovrebbe essere data priorità all’istruzione, alla formazione, alla riqualificazione e al miglioramento delle competenze. Incoraggiando la collaborazione tra l’industria, la società civile, i decisori politici e le altre principali parti interessate. Non solo. Esiste un urgente bisogno di potenziare la pianificazione delle infrastrutture intersettoriali, aumentando la cooperazione transfrontaliera, così come di promuovere la modernizzazione e l’espansione della rete elettrica garantendo la flessibilità dal lato dell’offerta e la gestione dal lato della domanda.

Infine la relazione ricorda che l’investimento medio annuo nella produzione di energia rinnovabile dovrà raggiungere i 1.300 miliardi di dollari entro il 2030, rispetto ai 486 miliardi nel 2022.

Riservando un’attenzione particolare al Sud del mondo. “Nei paesi in via di sviluppo, dobbiamo ridurre al minimo i rischi di investimento e garantire l’accesso a finanziamenti a basso costo. L’architettura finanziaria globale deve essere riformata, [...] i finanziamenti legati al clima da parte delle banche multilaterali di sviluppo devono essere aumentati e il capitale pubblico dovrebbe essere reindirizzato dal settore dei combustibili fossili alle energie rinnovabili”.

In collaborazione con www.rinnovabili.it